I tracolli del mercato dell’auto italiano di marzo (-85,4%) e aprile (-97,6%) hanno fatto cadere in una profonda crisi l’intera filiera dell’automotive. Da fine marzo tutti gli attori economici del settore hanno cominciato a chiedere aiuti statali per far ripartire il comparto. Ieri (4 giugno 2020) è stato depositato un emendamento (di Pd, Leu e Iv, primo firmatario l’onorevole Gianluca Benamati) al Decreto Rilancio che prevede incentivi all’acquisto di auto nuove (Euro6 con emissioni di CO2 superiori a 61 g/km) e usate (almeno Euro5) e mantiene invariati quelli, già in vigore, per le auto «eco friendly».
Il decreto sarà in aula a partire dal 19 giugno. L’incentivazione prevista dall’emendamento, se sarà accolto nel suo testo attuale, durerà due anni (2020 e 2021) e prevede che lo Stato stimoli con 2.000 euro l’acquisto di una nuova auto a fronte della rottamazione della vecchia con almeno 10 anni. A questa cifra si aggiungono altri 2.000 messi sul piatto dalla «filiera della vendita». In totale, quindi, chi cambierà l’auto godrà di un bonus di 4.000 euro a cui potranno aggiungersi eventuali promozioni offerte dai costruttori che, come pensa UNRAE (l’associazione fra le Case estere in Italia), ingaggeranno una sana competizione, a tutto vantaggio degli automobilisti, per la conquista dei clienti. Queste “sovvenzioni” termineranno il 31 dicembre di quest’anno.